lunedì

Shabbat Shalom...e un dovere di cronaca






Quest'estate sono stata in Germania a Berlino per la precisione; non ho avuto il minimo dubbio di come i tedeschi abbiano vissuto gli anni del muro, un muro che le DDR chiamavano "antifaschistischer Schutzwall" e cioè barriera di protezione antifascista, un sistema di fortificazioni fatto costruire dal governo della Germania est per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest e il territorio della Germania est. Ecco morivano solo per abbracciare i loro familiari, morivano perchè lottavano per la loro libertà..28 anni di agonia dei quali si decretarono la loro fine il 09/09/1989.
Notavo come fossero stati difficili per loro quegli anni, ma in realtà da notare non c'è nulla..c'è solo da piangere in silenzio e ascoltare le voci delle testimonianze di gente che ha sofferto moltissimo.
Non appena si esce da Berlino a circa 30 km c'è un campo di concentramento nazista Sachsenhausen a Orianenburg...un borgo piccolissimo ma di un silenzio micidiale.
Eppure dal 1936 fu uno dei campi più attivi di tutta la Germania, tra il 1936 e il 1945 a Sachsenhausen furono rinchiuse più di 200.000 persone di circa 40 nazionalità diverse. I prigionieri furono inizialmente oppositori politici del nazionalsocialismo, poi in numero sempre crescente appartenenti ai gruppi dichiarati razzialmente e biologicamente inferiori dai nazisti e poi dopo campo di concentramento politico russo.
Decine di migliaia di persone morirono di fame, malattie, lavoro forzato, maltrattamenti, oppure diventarono vittime di esecuzioni sistematiche delle SS o di esperimenti medici. Ai prigionieri venivano inoltre praticate ferite e indotte infezioni per testare l'efficacia di farmaci (ai bambini veniva inoculato il virus dell'epatite per verificare la reazione del fegato). Ecco alcune immagini:


All'ingresso c'è una scritta IL LAVORO RENDE LIBERI...si liberi di cosa?
Non voglio continuare più a scrivere nulla, perchè la voce guida raccontava episodi macabri...che le mie orecchie...e le mie sensazione non riuscivano a capire...adesso mi chiedo a cosa sia servito tutto questo strazio...a cosa sia servito tutto questo delirio, e cosa sia servito tutto questo macello!
La sfida dell'MTC 
mi ha fatto riflettere notevolmente, mi ha fatto pensare che io non avevo mai affrontato una ricetta dal punto di vista Culturale e Sociale, e sopratutto il caso volle che io fossi stata proprio dove la gente  ha perso la vita per la loro religione e dove io oggi mi trovo per loro a scrivere questo post in loro onore...perchè mi sento di ringranziarli, per tutto quello che hanno fatto e per tutto quello che è stato...e di come la loro dignità li abbia ripagati.
Oggi ripropongo per la seconda volta il loro pane dolce , il pane del sabato, il pane della condivisione, il pane che non mischia latte e nè i suoi derivati, perchè è una regola, un precetto del quale bisogna prenderne atto e bisogna che ci sia il massimo e assoluto rispetto.
Ecco dunque gli ingredienti:
500 gr di farina 0;
2 uova  (circa 60-62 gr con il guscio);
100 gr di zucchero;
20 gr di lievito di birra ;
125 ml di acqua tiepida;
125 ml di olio evo;
10 gr di sale;
un tuorlo d'uovo;
un cucchiaio di acqua;
semi di sesamo;

Ingredienti per i ripieni
100 gr di Uva Sultanina (ammollata in acqua 10-15 minuti )
100 gr di pinoli;
130 gr di marmellata di fragole

La ricetta è tale e quale a quella di Eleonora come è giusto che fosse, ma l'esecuzione sarà diversa proprio perchè i passaggi sono fatti a mano.
La cosa importante prima di cominciare è di setacciare la farina e pesarsi tutti gli ingredienti in questo modo non perderemo tempo nell'esecuzione .
Sciogliamo il lievito nell'acqua che deve essere tiepida e non calda insieme ad un cucchiaino di zucchero.... e aspettiamo che faccia un pochino di schiuma per circa 10 minuti.
In una ciotola abbastanza ampia mettiamo la farina, il sale, lo zucchero e versiamoci sopra il lievito, non appena il lievito entrerà in contatto con la farina comincerà a fare schiuma, cominciamo ad impastare, poi versiamo l'olio e per finire le uova ma uno alla volta, con il primo uovo  l'impasto risulterà abbastanza denso, non appena mettiamo il secondo uovo l'impasto si ammolla..ma non abbiate paura recuperiamolo con una grossa spatola, spolveriamo il piano in cui dobbiamo lavorare rovesciamo l'impasto e con le spatole lo recuperiamo e lo sbattiamo con "violenza" sul piano, 
In questo modo uscirà tutto il glutine e l'impasto risulterà molto liscio e compatto.
L'intera operazione dovrà durare circa e non di più 10 minuti.
In una ciotola pulita spolveriamo con un pochino di farina mettiamoci dentro l'impasto ricopriamo con un cannovaccio di cotone (noi cioè sia io che Elifla abbiamo fatto così) e facciamo lievitare nel forno spento e chiuso per circa 2 ore.

Passate due ore sgonfiate l'impasto sul piano di lavoro infarinato leggermente e tagliatelo in due parti uguali. Poi tagliate ognuna delle parti in tre pezzi.




Stendete su di un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargete l'uva passa, i pinoli e la marmellata.

Arrotolate ogni striscia di pasta sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lunghi "salsicciotti".


Uniteli come a formare una treccia, ripetiamo anche per la seconda treccia, foderiamo la teglia del forno con della carta forno ungiamola con olio evo e adagiamo le tue trecce, lasciamo lievitare per altre 2 ore, noi abbiamo fatto questo passaggio sempre nel forno.
Accendete il forno a 200°C statico e sbattete il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellatelo sulle superfici delle due trecce; spargete i semini di sesamo sulla trecce 


Infornate in forno già caldo per circa 20 minuti


10 commenti:

Unknown ha detto...

Certo è un onore per noi aver potuto creare, grazie ad Eleonora, un interesse così vivo e tanta curiosità intorno ad una cucina così particolare come quella ebrea: le vostre interpretazioni personali ci hanno conquistate grazie ad inventiva e sensibile attenzione. Grazie Francesca e buona settimana
Dani

Flavia Galasso ha detto...

E io rettifico..... un pane dolce che ormai sarà una ricetta base fissa per molte delle nostre colazioni :* , buon lunedì Flavia

Francesca ha detto...

con questo pane ho sviluppato fantasie a me sconosciute..e non mi dispiace affatto ripetere l'operazione...^_^

Francesca ha detto...

Concordo Fla....ma per molte molte ahahhaha

Eleonora ha detto...

Che bello! Tutto bello. quello che scrivi, anche se triste, ma doveroso da ricordare, bello il pane, perfetta lievitazione, intreccio preciso...che devo dirti? bravissima!

๓คקเ ha detto...

Grazie per il tuo bel post, che rimanda la memoria a un periodo tristissimo della nostra storia che non bisogna dimenticare... perché non succeda mai, mai più!!!!

Francesca ha detto...

Grazie Ele...se non fosse stato per te e EliFla che mi avete invogliata tantissimo non avrei provato cosa significa intrecciare in tutte le sue sfumature.

Francesca ha detto...

Grazie a te per essere stata da me..un bacio enorme

Terry ha detto...

bello questo racconto!!

Francesca ha detto...

grazie amore

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